venerdì 24 giugno 2011

NO AI RADAR - Difendiamo il nostro territorio!

di Sabrina Casula 
(SEL Villamassargia)


Compagne e compagni, in questi mesi abbiamo lavorato partecipando attivamente alle campagne referendarie e alle campagne elettorali, abbiamo sentito la prima ventata di alternativa alla mafia e al compromesso. 




Ma oltre alle vittorie abbiamo assistito soprattutto ad un’altra imposizione per rendere il nostro territorio schiavo della militarizzazione.


Da qualche mese si parla di un progetto in mano all’ALMAVIVA e alla Guardia di Finanza che consiste nell’installazione di 5 radar militari di produzione israeliana a Capo Sperone, Capo Pecora, Tresnuraghes,tra Argentiera e Stintino e all’Asinara.


Con l’intento di impedire tutto questo proseguono i presidi da due mesi, con la presenza dei comitati cittadini del posto e non solo. 
Quando ho partecipato alla prima riunione a Sant’Antioco, la prima cosa che ho percepito è stata la rabbia
dei cittadini.

Rabbia per l’ennesima forma di occupazione dei terreni piu belli senza portare poi nessun tipo di occupazione ( saranno gestiti dalla Guardia di finanza tramite operatori specializzati), rabbia per il solo pensiero di cedere nuovamente una zona restituita alla regione Sardegna dopo più di un secolo di demanio militare.



A che cosa servono? I radar dovrebbero entrare a far parte di una catena di diciassette installazioni sparse in tutta Italia per formare un grande muro elettromagnetico. Ciò significherà molto in termini di ricadute a livello naturalistico, economico e sanitario. 
La domanda sorge spontanea: difendersi da chi? 
Si dice che servono per intercettare le barche di migranti!

Il nostro primo giorno di presidio non c’erano ancora i cartelloni allestiti,le bandiere e gli striscioni.
La prima notte abbiamo deciso di goderci il panorama dalla struttura chiamata “Su Semafuru” e il pensiero che proprio quella struttura fu "protagonista" della prima e della seconda guerra mondiale mi riportava indietro nel tempo, tra il vento e l’odore del mare. 


La nostra terra potrebbe raccontare da sola tutta la sua bellezza, perché basta guardarla per capire che è da proteggere,da curare. 


Il 24 maggio c’è stato il sit-in di tutti i comitati NO RADAR alla Prefettura di Cagliari. Abbiamo parlato,ci siamo scambiati informazioni necessarie per capire almeno quando la Guardia di Finanza avrà il buon senso di dirci quando inizieranno i lavori ( tutto tace e con la scusa della sicurezza nazionale non solo fanno quello che vogliono , ma anche quando vogliono). 


Proprio l’altro giorno sfogliavo i documenti della Regione Sardegna, i dati ARPAS e la relazione tecnica: le informazioni tecniche risalgono al 20/12/2010. Con questo voglio dirvi che non solo trovo inadeguata la presa di posizione da parte di alcuni membri delle Istituzioni a favore dello scempio ma trovo che sia un modo per tagliarci fuori da ogni decisione presa che riguarda la nostra salute e la nostra terra.


Gli sguardi delle persone che credono profondamente in una buona riuscita della battaglia sono quelli che entrano dentro il cuore e ti fanno tirare fuori la voglia di gridare! Tutti siamo importanti per rendere la voce ancora più grossa e dire NO! Quindi avvicinatevi tutti al presidio e unite la vostra voce alla nostra.
NOI siamo la sinistra, NOI siamo i comitati, NOI siamo i commercianti, siamo gli artigiani, siamo pastori, siamo la voce di chi non ce la fa più. 

Dobbiamo indignarci contro ogni forma di decisione a discapito dell'ambiente e della salute del cittadino. 

 


1 commento:

  1. Io sono me più il mio ambiente e se non preservo quest'ultimo non preservo me stesso.

    José Ortega y Gasset

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