martedì 19 giugno 2012

Regolamento matrimoni civili ad Iglesias. Mozione di SEL e del centrosinistra. Gianluca Tocco: << Nozze di sabato vietate, ma non per tutti!>>

Il caso in Consiglio - AL CASTELLO SPOSI E SPOSASTRI.
Regolamento sui matrimoni civili - mozione di SEL e del centrosinistra (primo firmatario Gianluca Tocco - SEL): regolamento aggirato. Tocco: << Nozze di sabato vietate, ma non per tutti >>.
ARTICOLO UNIONE SARDA - 19.06.2012 - Articolo dell'Unione Sarda di martedì 19 Giugno 2012 sulla mozione presentata da SEL e dal centrosinistra iglesiente in merito al regolamento sui matrimoni civili. A destra l'articolo sui finanziamenti regionali per l'infanzia non richiesti dal Comune di Iglesias.

sabato 16 giugno 2012

Merito degli studenti (articolo di Jessica Saba pubblicato su "manifestosardo.org"

Articolo di JESSICA SABA (SEL IGLESIAS, UNICA 2.0) pubblicato su www.manifestosardo.org
fonte:  http://www.manifestosardo.org/?p=13834#more-13834


In questo periodo storico di crisi e tagli, tra l’instabilità dell’economia e le oscillazioni delle borse,  governi tecnici e politiche d’austerity, l’opinione pubblica tende a dare spesso un’importanza secondaria ad alcuni fra i temi che dovrebbero animare la discussione politica di uno Stato attento alle esigenze del suo paese e dei suoi cittadini; in primis, l’istruzione pubblica e la ricerca.
Gli ultimi provvedimenti in materia risalgono all’operato del precedente governo Berlusconi che, attraverso il duplice apporto del Ministero dell’Istruzione e del Ministero delle Finanze, elaborò con faziosi intenti la nota Riforma Gelmini: contenuta in forma embrionale all’interno della Finanziaria sottoscritta dall’ex Ministro Tremonti (legge n°133/2008), prese concretamente forma nei decreti 168/2008 (per la scuola primaria e secondaria) e 240/10 (per l’università e la ricerca), nella più totale assenza di dialogo e confronto tra le parti coinvolte e le istituzioni legiferanti.
Mentre l’OCSE colloca l’Italia al ventisettesimo posto nella graduatoria dei paesi europei per un investimento in istruzione pubblica pari  4,8% del PIL, contro una media europea del 6,1%, assistiamo ormai da quattro anni alla lenta e dolorosa decadenza del settore della conoscenza in Italia, privato di  8 miliardi di euro nel triennio 2008-2011 per far fronte alla crisi mondiale. Tradotto in pratiche concrete, nel mondo universitario ciò significa riduzione, in quantità e qualità, dei servizi agli studenti, tasse che aumentano sproporzionatamente all’efficienza dell’offerta formativa che dà lo stretto necessario -o forse un po’ meno-, aumento delle spese per gli studi che ricadono per l’80% degli studenti sulle loro famiglie. Insomma,  l’Università Pubblica, diventa un surrogato di impresa privata, dove il “sapere” non è concesso a chiunque, ma come per il suffragio universale dei tempi pre-moderni, è soggetto al censo, alla quantità di zeri posseduti dentro un conto in banca: per signora povertà, oggi è fortunato chi ancora il conto lo possiede.
Gli effetti reali dell’applicazione della Riforma si cominciano a vedere ora nell’Ateneo Cagliaritano che, preso il tempo necessario per fare le sue valutazioni, definisce e realizza la struttura della nuova università: molte facoltà vengono amalgamate nei nuovi poli, alcune di queste retrocedono senza un valido motivo allo status di “dipartimento” perdendo la loro sfera di autonomia,  il numero dei docenti viene ridotto fino a lasciare cattedre vuote e c’è chi, per amore dell’insegnamento, continua ad esercitare gratuitamente, mentre  ricercatori sottopagati per il loro mestiere, si vedono costretti a svolgerne un secondo senza vedere nessun aumento nella paga.
Questi cambiamenti sono i primi a manifestarsi e farsi notare perché più immediati e visibili, ma non bisogna fermarsi a queste considerazioni, perché l’istruzione è un servizio e come tale deve essere rivolto ad una platea di soggetti, rappresentati nel concreto dagli studenti.
Giovani e meno giovani intraprendono la carriera universitaria per ottenere una più alta formazione sotto il profilo che scelgono di specializzare, frutto di un’aspirazione innata o di una valutazione in termini di liquidità remunerativa in un futuro lavorativo ormai fin troppo incerto.
Al giorno d’oggi non tutti riescono a concedersi questo semi privilegio, con dei costi per nulla contenuti in varie categorie di spesa: tasse universitarie determinate in base al reddito (ma ad essere maggiormente penalizzate sono le fasce più basse),  acquisto dei manuali (prezzi variabili, anche 60 euro ), libri di approfondimento e fotocopie non sempre accessibili a causa della legge sul Copyright che concede la riproduzione del solo 15% dell’opera; non sono meno incisive le quote per il trasporto (se si tratta di studenti pendolari), dai treni scomodi e pieni fino all’ultimo posto in piedi su due vagoni, al servizio di mobilità in città, inadeguato al costo di un abbonamento studenti  “annuale” (copre 9 mesi e non comprende luglio), oscilla tra i 140 e i 182 euro.
I costi per gli studenti fuori sede, secondo  l’ analisi presentata dal ricercatore Antonio Fadda all’interno del progetto di ricerca Social Welfare Student, si aggirano intorno ai 600 euro mensili, e mettono in evidenza un importo non proprio conforme ad una città che dovrebbe essere universitaria.
Intanto, l’Ente regionale per il diritto allo studio Ersu, non riesce a far fronte a tutte le richieste di borse di studio e fitto casa degli studenti iscritti nell’ateneo: cresce il numero degli idonei non beneficiari che richiedono sempre più i servizi offerti  dalla fondazione (dalla mensa, alla casa dello studente), ma di cui non tutti possono usufruire a causa di una riduzione del 90% ai fondi per le borse di studio (in Sardegna si registra l’importo più basso), e del 95% al Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO). La politica regionale non aiuta, i finanziamenti vengono erogati in ritardo e non viene attuato nessun investimento importante in materia di diritto allo studio in un territorio, quello sardo, in cui i ragazzi sono sempre più costretti a dover emigrare per cercare fortuna, un po’ come negli anni 50’, ma senza la prosperità americana a fortificare le proprie speranze.
I servizi proposti dalle facoltà, che cercano di sopravvivere ai tagli, non sono in linea con le tendenze europee di offerta formativa: Regolamento Didattica vecchio di generazioni, che risulta ormai inadatto alle esigenze dello studente contemporaneo, lezioni frontali che fanno dell’insegnamento teorico l’unico metodo di preparazione, senza  garantire un reale approccio pratico al corso di studi proposto, improbabili corrispondenze tra numero di CFU (crediti formativi) e prove da sostenere,  mentre lauree triennali e specialistiche propongono gli stessi esami a discapito della specializzazione dello studente.
Il nuovo Regolamento Tasse, fonte di aspri dibattiti fra il Rettore e i Rappresentanti degli Studenti nel Senato Accademico, si propone di promuovere esclusivamente un merito distorto, che non tiene conto delle differenti condizioni di partenza degli studenti , che guarda alla media dei CFU annuali, piuttosto che alle effettive competenze acquisite durante il loro percorso formativo.
Uno Stato che investe in istruzione,  secondo le regole base dell’economia, trae benefici attraverso la produzione di esternalità positive, ma forse andare contro tendenza è una caratteristica tipica di questo paese, o probabilmente di chi eleggiamo in Parlamento e nei nostri organi regionali.
Si preferisce trarre risorse dalle categorie deboli, condannare senza motivo un’intera generazione di studenti  ed il futuro della società, privando entrambi di tutte quelle prospettive di miglioramento dettate da una più alta formazione della persona.
La conoscenza dovrebbe essere oggi accessibile e garantita a tutti, così come previsto dagli articoli 33 e 34 della nostra Costituzione, ma l’onere della battaglia per veder messi in pratica dei diritti riconosciuti nella forma, ma non nella sostanza, grava unicamente sulle spalle dei giovani: se non saranno gli studenti a far valere i propri diritti, nessun’altro si prenderà la responsabilità di realizzare l’equità e la giustizia sociale nel campo della conoscenza.

lunedì 11 giugno 2012

Una mozione (prima firmataria Marta Testa) per attivare il progetto "decoro urbano". Iniziativa del centrosinistra per avvicinare i cittadini al Comune

Articolo UNIONE SARDA 11.06.2012
TESTO DELLA MOZIONE
MOZIONE PER L'ADESIONE AL PROGETTO “DECORO URBANO”
I SOTTOSCRITTI CONSIGLIERI
PREMESSO
che ogni giorno i cittadini subiscono i disagi derivanti, solo per fare alcuni esempi, da strade dissestate, lampioni non funzionanti, scritte sui muri, rifiuti abbandonati e altre forme di degrado urbano;
CONSIDERATO
che attualmente il nostro comune gestisce i reclami con procedure interne e non visibili dai cittadini;
RITENUTO
che il decoro urbano rappresenta un valore di primaria importanza per una città quale la nostra e che tutta la comunità iglesiente debba essere coinvolta, con i mezzi esistenti, nella valorizzazione, tutela e perseguimento dello stesso;
VISTO
che il progetto DECORO URBANO (http://www.decorourbano.org/ ), sviluppato da Maiora Labs Srl, mette a disposizione dei comuni un sito web ed un pannello di controllo per gestire le segnalazioni fatte dai cittadini; che attraverso l’applicativo DECORO URBANO il cittadino può monitorare la presa in carico e i tempi che gli uffici comunali impiegano per evadere la segnalazione; che l’applicativo DECORO URBANO è GRATUITO sia per il cittadino che per l’amministrazione comunale e dispone di versioni per l’utilizzo anche su smartphone;

CONSIDERATO che il concetto di “Open Government”, di primaria importanza nell’era del web 2.0 e dei social network, favorisce la partecipazione dei cittadini e delle cittadine anche attraverso l’uso delle nuove tecnologie; che il progetto DECORO URBANO va nella direzione di aumentare la trasparenza dei procedimenti amministravi; che il centro sinistra cittadino ha posto al centro della proprio proposta politica i concetti di trasparenza e di partecipazione, concetti presenti anche nelle linee di mandato del sindaco Perseu;

RITENUTO che l’adesione a progetti di “Open Government” sia pianamente coerente con le finalità perseguite dal nostro statuto, tra cui la promozione e la tutela della “partecipazione dei cittadini, singoli e associati, all’amministrazione dell’ente al fine di assicurare il buon funzionamento, la trasparenza e l’imparzialità”; che in momenti di forte crisi e distacco tra i cittadini e la politica, debba essere forte l’impegno delle istituzioni nel ricucire e tessere un rapporto di fiducia e di coinvolgimento della cittadinanza nella gestione della cosa pubblica; che anche i moderni mezzi di comunicazione e l’uso delle nuove tecnologie debbano essere proficuamente impiegati dall’Amministrazione Comunale, al fine di migliorare il rapporto tra il cittadino e la pubblica amministrazione;

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
1) a procedere con l'adesione al Progetto DECORO URBANO attivando la pagina web dedicata al nostro comune;
2). a dare notizia di tale adesione a tutti i cittadini del comune attraverso apposite comunicazioni sul sito istituzionale del comune e con ogni altro mezzo ritenuto idoneo.

Iglesias,

I CONSIGLIERI
Marta Testa
Pintore Paola
Pinna Simone
Tocco Franco
Tocco Gianluca
Cicilloni Laura
Cabras Remigio

Iniziativa a Serra Perdosa e NUOVA MASUA - articolo Unione Sarda

Intervista a MARTA TESTA - quartiere Serra Perdosa 9.06.2012 - Il centrosinistra incontra la cittadinanza



Marta Testa, SEL e il contatto diretto con i cittadini. Con il centrosinistra nel quartiere Serra Perdosa di fronte alla Chiesa di San Pio X, per discutere direttamente con la cittadinanza dei problemi, ma anche delle idee per rilanciare la nostra città. Tanti sono i temi portati in consiglio comunale dal centro sinistra, tra cui: - Mozioni: a sostegno della scuola, per ripristinare la gratuità delle sale comunali, per la riapertura dell'INPDAP, per la costituzione delle consulte comunali, per sanare la situazione di Masua Nebida, per promuovere la trasparenza amministrativa. -Interrogazioni e Interpellanze: per chiarire la situazione relativa all'assegnazione di alloggi a canone moderato in locazione permanente di Via Segni, sulla raccolta differenziata, sul tema delle insegne pubblicitarie, sul degrado del centro storico, sull'urbanistica, sulla presenza di amianto "eternit" sui tetti degli edifici comunali, sull'erogazione dei finanziamenti legati alla l.162/98 ossia la legge che finanzia interventi socio-assistenziali a favore dei portatori di disabilità gravi, sulla mancata partecipazione al bando ENPI-MED, che finanzia progetti tra i 500.000 e i 2.000.000 di euro. La nostra risposta ad un centro destra che addormenta il dibattito politico e non convoca il consiglio comunale per quasi tre mesi, è quella di continuare ad animare il dibattito nelle strade, nelle piazze, nei quartieri, insieme ai nostri concittadini. E' CON VOI che vogliamo costruire un'Iglesias migliore.

domenica 3 giugno 2012

Sosteniamo la petizione Online "Lettera a Cappellacci sulla nomina Carbosulcis"

Firma la petizione:  http://www.firmiamo.it/lettera-a-cappellacci-sulla-nomina-carbosulcis

Testo della lettera
Egregio Presidente Cappellacci, apprendiamo con viva e profonda indignazione la notizia della nomina del Dott. Lorefice alla guida della Carbosulcis. A lasciare sgomenti non sono solo le gravi mancanze del cv del neoamministratore, tra cui spiccano la quasi TOTALE ASSENZA di esperienze occupazionali coerenti con il ruolo che è chiamato ad occupare (sempre che vogliamo considerare tale l’aver ricoperto la carica di “assistente del padre”), unita ad un percorso formativo quanto meno discutibile (84 su 110 non è esattamente un buon voto), ma anche la stessa tempistica con cui è maturata questa scelta, che non esitiamo a definire maldestra e scellerata. La nomina arriva a pochi giorni dal referendum cosiddetto “anti-casta”, da Lei stesso molto sponsorizzato, in cui i sardi hanno votato aspramente contro l’attuale sistema istituzionale, a pochi giorni dalle elezioni amministrative, in cui gran parte dell’Italia ha dimostrato il suo totale dissenso verso la politica attraverso allarmanti percentuali di astensionismo, a pochi giorni dal discorso con cui il Presidente Napolitano incita i giovani ad aprirsi la strada per il proprio futuro. Siamo consapevoli della logica del “si è sempre fatto così”, ma la misura è colma e la vicenda Lorefice non è che la goccia che ha fatto traboccare il vaso.Nella sua scelta si legge tutta l'indifferenza verso la Carbosulcis e verso il Sulcis Iglesiente, area tra le più depresse d'Italia. Correrebbe mai il rischio di dare in mano una sua azienda al Dottor Lorefice? Metterebbe mai in mano del Dottor Lorefice la gestione di un capitale che fosse suo e solo suo, e non di tutti noi? Crediamo di no. Crediamo piuttosto che cercherebbe di attingere dal mercato del lavoro un giovane, certo, ma con un curriculum vitae eccellente e non avrebbe difficoltà a trovarlo. Il panorama professionale dei giovani sardi, infatti, offre un vasto ventaglio di esperienze – sia formative che lavorative – di gran lunga superiori a quella del Dott. Lorefice. Non mettiamo quindi in discussione la giovane età, ma chiediamo che questa venga accompagnata da altri requisiti. Tutti possono sbagliare, ma se errare è umano, perseverare è diabolico. Si conceda l'opportunità di correggere questa svista.Revochi al più presto la nomina del Dott. Lorefice e si impegni più seriamente nella ricerca di un professionista idoneo a rilanciare la Carbosulcis. Se facesse un piccolo bando analizzando il curriculum di Giovani REALMENTE COMPETENTI si stupirebbe della quantità e qualità che la nostra Isola mette a disposizione. Ricordiamo e suggeriamo dunque le Attitudini Necessarie Minime per un simile incarico:
a) esperienza e gli studi nel settore;
b) capacità di Parlare fluidamente almeno Inglese e Francese, per poter esporre le necessità della CARBOSULCIS a Bruxelles; c) formazione in "Management", per poter gestire al meglio un'azienda in cui si appoggia la vita di 500 Famiglie Sarde e di conseguenza TUTTA L'ECONOMIA CUI FANNO RIFERIMENTO. Questo le chiediamo, per il bene del Sulcis Iglesiente, per il bene della Sardegna e per rispetto verso di noi, che come tanti altri giovani sardi, ci sentiamo offesi dalla sua scelta. In fede,