Il consiglio: «Bisogna sempre cercare di migliorare la propria preparazione»
La grinta di Marta, manager a 30 anni
Un incarico di prestigio all'Ikea per la giovane laureata
Un brillante percorso universitario, il master alla Bocconi e poi un prestigioso incarico nel colosso Ikea per Marta Testa.
U n percorso formativo brillante e una carriera professionale in rapida e costante ascesa. Marta Testa, trent'anni di Iglesias, è una di quelle persone, come si usa dire in questi casi, che ce l'hanno fatta. Anche se lei, laurea in economia, master in management ambientale e attuale Mobility manager del colosso Ikea per l'area milanese, ruolo professionale emergente e di responsabilità che le è valso un servizio sul Sole 24 Ore, male accetta questa definizione. «E' solo una tappa importante - racconta Marta Testa - del mio cammino professionale. Anche perché nella vita è necessario non considerarsi mai arrivati».
IL PERCORSO La storia di Marta Testa inizia a Iglesias. Città, come tante del sud Italia, divenuta stazione di partenza con biglietto di sola andata per molti giovani. Braccia e cervelli in libera uscita alla ricerca della realizzazione professionale e personale. Laurea in economia a Cagliari nel 2001 (il 110 e lode è quasi un dettaglio trascurabile) e partenza quasi immediata, destinazione Cile, dove ha seguito un corso sul sistema economico dei paesi dell'America Latina. Poi il ritorno in Italia, dove nel frattempo le era stata assegnata una borsa di studio finanziata dalla Regione Sardegna, per frequentare un master di Management ambientale alla Bocconi di Milano. Da allora il capoluogo lombardo è diventata la sua seconda città dove ora ha un incarico di prestigio come manager all'Ikea.
LA TESTIMONIANZA «Milano - spiega Marta Testa - è una città stimolante e molto dinamica, nella quale chi ha qualità e volontà ha la possibilità di fare carriera e realizzarsi professionalmente. Le capacità, al contrario di ciò che succede in altre realtà, vengono sempre premiate». La meritocrazia, insomma, piuttosto che il clientelismo. Piaga che affligge molte regioni del Mezzogiorno, sardegna compresa, ostacolandone lo sviluppo e favorendo, al contrario, la fuga dei giovani verso altre realtà.
FORZA DI VOLONTÀ «Ai giovani laureati sardi - racconta Marta Testa - consiglio di non arrendersi, di confidare solo nelle proprie forze e capacità e cercare sempre di migliorare la loro preparazione e apprendere nuove conoscenze. Questa è la strada per arrivare al successo o, meglio, alla realizzazione professionale». Una strada che per molti giovani vuol dire solo una cosa: imbarcarsi su una nave e partire. «Questa è un'amara realtà. Però non si deve considerare l'esperienza lavorativa nella penisola o all'estero come un male assoluto. E' invece uno straordinario strumento di crescita personale, culturale e professionale. E, anzi, i giovani laureati sardi molto spesso dimostrano di avere una marcia in più rispetto agli altri. Io amo la mia terra ma rifarei tutto quello che ho fatto, e sono grata a Milano per avermi offerto questa possibilità. Certo però che, alla fine, resta la malinconia di un sardo che non ha la possibilità di spendere le proprie capacità nella sua terra».
STEFANO ARDAU
IL PERCORSO La storia di Marta Testa inizia a Iglesias. Città, come tante del sud Italia, divenuta stazione di partenza con biglietto di sola andata per molti giovani. Braccia e cervelli in libera uscita alla ricerca della realizzazione professionale e personale. Laurea in economia a Cagliari nel 2001 (il 110 e lode è quasi un dettaglio trascurabile) e partenza quasi immediata, destinazione Cile, dove ha seguito un corso sul sistema economico dei paesi dell'America Latina. Poi il ritorno in Italia, dove nel frattempo le era stata assegnata una borsa di studio finanziata dalla Regione Sardegna, per frequentare un master di Management ambientale alla Bocconi di Milano. Da allora il capoluogo lombardo è diventata la sua seconda città dove ora ha un incarico di prestigio come manager all'Ikea.
LA TESTIMONIANZA «Milano - spiega Marta Testa - è una città stimolante e molto dinamica, nella quale chi ha qualità e volontà ha la possibilità di fare carriera e realizzarsi professionalmente. Le capacità, al contrario di ciò che succede in altre realtà, vengono sempre premiate». La meritocrazia, insomma, piuttosto che il clientelismo. Piaga che affligge molte regioni del Mezzogiorno, sardegna compresa, ostacolandone lo sviluppo e favorendo, al contrario, la fuga dei giovani verso altre realtà.
FORZA DI VOLONTÀ «Ai giovani laureati sardi - racconta Marta Testa - consiglio di non arrendersi, di confidare solo nelle proprie forze e capacità e cercare sempre di migliorare la loro preparazione e apprendere nuove conoscenze. Questa è la strada per arrivare al successo o, meglio, alla realizzazione professionale». Una strada che per molti giovani vuol dire solo una cosa: imbarcarsi su una nave e partire. «Questa è un'amara realtà. Però non si deve considerare l'esperienza lavorativa nella penisola o all'estero come un male assoluto. E' invece uno straordinario strumento di crescita personale, culturale e professionale. E, anzi, i giovani laureati sardi molto spesso dimostrano di avere una marcia in più rispetto agli altri. Io amo la mia terra ma rifarei tutto quello che ho fatto, e sono grata a Milano per avermi offerto questa possibilità. Certo però che, alla fine, resta la malinconia di un sardo che non ha la possibilità di spendere le proprie capacità nella sua terra».
STEFANO ARDAU
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