Marta Testa, 33 anni, laureata con 110 e lode, due master conseguiti fra Cile e Francia, professionista affermata di una azienda internazionale ed oggi funzionaria della Regione Sardegna, candidata proposta da Sinistra Ecologia e Libertà, ha vinto con il 58% dei consensi le elezioni primarie del centrosinistra di Iglesias. (www.martatesta.it).
Una donna solare, preparata, arrembante nella capacità che ha avuto di attraversare le elezioni primarie come un “corpo a corpo” con la questione sociale, con la marginalità alla hanno costretto da troppo tempo la sua generazione, il suo genere.
I volti impressi nella memoria di chi c’era, domenica 20 febbraio sul calendario gregoriano. Di decine di giovani ragazze e ragazzi che Marta ha saputo entusiasmare e conquistare all’impegno politico.
E le lacrime di commozione di tanti e tante che giovani più non sono, ma che di sconfitte ne hanno subite troppe, dalla politica come dalla vita.
E l’Isola dei precari – come a Cagliari per Massimo Zedda – riscopre il gusto e la voglia del cambiamento.
Cambiare la direzione di marcia, accelerare il passo di un Centrosinistra che fatica a trovare una sua progettualità e un suo profilo.
La “my way” in versione sarda del superamento del berlusconismo allora la indica il nostro popolo alle primarie, in quella dimensione partecipativa che sta divenendo – a tutti gli effetti – lo strumento del Big Bang nel campo democratico e progressista.
Altro che “inquinamento del voto”, come purtroppo si sono affrettati a dichiarare i dirigenti locali del PD. Ma la chiara, trasparente affermazione di una Iglesias migliore, più fresca e cosciente delle proprie potenzialità, adagiate fra cielo e mare intorno all’immenso suo patrimonio archeologico minerario.
Marta è il “cervello in fuga” che ritorna nella propria terra e che decide di mettersi a disposizione, di un impegno pubblico, di una politica per la trasformazione della società. Un atto di coraggio. Lo si capisca dalla condizione sociale ed occupazionale drammatica nella quale versa la Sardegna, dal grido di dolore che spazza quotidianamente una provincia in corso di deindustrializzazione come quella del Sulcis Iglesiente.
E se non bastasse lo si chieda alla professoressa Lilli Pruna, si interroghi il recente rapporto sul mercato del lavoro in Sardegna e la sua tragica narrazione: quella della metà dei giovani che non lavora, del 74% degli under 24 che non studia, non lavora e “non si pone il problema”, quella degli oltre 200 mila precari che – su una base attiva inferiore a 700 mila lavoratori – costituisce ormai “il prevalente” occupazionale.
Marta Testa conquista 1450 voti contro i 930 del suo principale sfidante, Andreano Madeddu, storico dirigente di estrazione moderata sostenuto dal Partito Democratico. Poco meno di 400 voti è invece la somma dei consensi raccolti dal candidato dell’Idv e dalla candidata di Rosso Mori.
Una pagina di bella politica. Una fotografia della Sardegna che può essere e di una generazione che può di nuovo sperare.
Grazie Marta.
Michele Piras
Articolo del coordinatore regionale SEL - Michele Piras pubblicato sul sito nazionale: http://www.sinistraecologialiberta.it/
Una donna solare, preparata, arrembante nella capacità che ha avuto di attraversare le elezioni primarie come un “corpo a corpo” con la questione sociale, con la marginalità alla hanno costretto da troppo tempo la sua generazione, il suo genere.
I volti impressi nella memoria di chi c’era, domenica 20 febbraio sul calendario gregoriano. Di decine di giovani ragazze e ragazzi che Marta ha saputo entusiasmare e conquistare all’impegno politico.
E le lacrime di commozione di tanti e tante che giovani più non sono, ma che di sconfitte ne hanno subite troppe, dalla politica come dalla vita.
E l’Isola dei precari – come a Cagliari per Massimo Zedda – riscopre il gusto e la voglia del cambiamento.
Cambiare la direzione di marcia, accelerare il passo di un Centrosinistra che fatica a trovare una sua progettualità e un suo profilo.
La “my way” in versione sarda del superamento del berlusconismo allora la indica il nostro popolo alle primarie, in quella dimensione partecipativa che sta divenendo – a tutti gli effetti – lo strumento del Big Bang nel campo democratico e progressista.
Altro che “inquinamento del voto”, come purtroppo si sono affrettati a dichiarare i dirigenti locali del PD. Ma la chiara, trasparente affermazione di una Iglesias migliore, più fresca e cosciente delle proprie potenzialità, adagiate fra cielo e mare intorno all’immenso suo patrimonio archeologico minerario.
Marta è il “cervello in fuga” che ritorna nella propria terra e che decide di mettersi a disposizione, di un impegno pubblico, di una politica per la trasformazione della società. Un atto di coraggio. Lo si capisca dalla condizione sociale ed occupazionale drammatica nella quale versa la Sardegna, dal grido di dolore che spazza quotidianamente una provincia in corso di deindustrializzazione come quella del Sulcis Iglesiente.
E se non bastasse lo si chieda alla professoressa Lilli Pruna, si interroghi il recente rapporto sul mercato del lavoro in Sardegna e la sua tragica narrazione: quella della metà dei giovani che non lavora, del 74% degli under 24 che non studia, non lavora e “non si pone il problema”, quella degli oltre 200 mila precari che – su una base attiva inferiore a 700 mila lavoratori – costituisce ormai “il prevalente” occupazionale.
Marta Testa conquista 1450 voti contro i 930 del suo principale sfidante, Andreano Madeddu, storico dirigente di estrazione moderata sostenuto dal Partito Democratico. Poco meno di 400 voti è invece la somma dei consensi raccolti dal candidato dell’Idv e dalla candidata di Rosso Mori.
Una pagina di bella politica. Una fotografia della Sardegna che può essere e di una generazione che può di nuovo sperare.
Grazie Marta.
Michele Piras
Articolo del coordinatore regionale SEL - Michele Piras pubblicato sul sito nazionale: http://www.sinistraecologialiberta.it/
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